Novità & Aggiornamenti

CALENDARIO

ADORARE

Alzate, porte,

i vostri frontali

Entra nella sua città, il re,

nell'esultanza popolare.

Le folle lo portano in trionfo.

È la festa di primavera.

 

Non è venuto su un carro,

né su un cavallo da guerra.

È sulla groppa di un asino

come aveva annunciato

uno degli ultimi profeti.


Non è venuto come un conquistatore,

alla testa di un grande esercito.

«I grandi fanno sentire la loro potenza

e i forti le loro leggi».

Egli non è che un servo,

anche in pieno trionfo.

 

La corona regale sarà una corona di spine;

il suo scettro sarà una canna

e il suo mantello di porpora vestito di derisione.

 

Ma Dio gli dà un nome più grande di tutti i nomi.

Figlio di Davide, Figlio dell'Altissimo, è il nostro Salvatore

CONFRONTARE

  • È bene che vi si ricordi questi misteri che voi intendete tutti gli anni, perché non basta leggere una volta questi testi e neppure spiegare una volta per tutte i passi più difficili. Voi che li avete intesi e compresi, voi che li conservate nell'animo e che ve li ricordate fedelmente, ascoltate con pazienza; altri che forse li avevano dimenticati hanno la possibilità di esserne istruiti, altri li intendono forse per la prima volta (S. Agostino).
  • Se sei Simone Cireneo, prendi la croce e segui il Maestro. Se, come il ladro, sei appeso alla croce, da uomo onesto, riconosci Dio: se lui per te e per i tuoi peccati è stato aggregato agli empi, tu, per lui, fatti giusto. Adora colui che è stato per tua colpa sospeso a un legno; e, se tu stai appeso, ricava un vantaggio dalla tua malvagità, compra la salvezza con la morte, entra in Paradiso con Gesù, per capire da quale altezza eri caduto. Contempla quelle bellezze; lascia che il mormoratore muoia fuori con la sua bestemmia. Se sei Giuseppe d’Arimatea, chiedi il corpo a chi lo crocifisse, fai tuo il corpo che ha espiato i peccati del mondo. Se sei Nicodemo, quel notturno ammiratore di Dio, ungilo con funebri unguenti. Se sei una Maria, o altra Maria, o Salome, o Giovanna versa lagrime alla prima luce. Fa’ in modo da poter vedere la tomba scoperchiata, o forse gli angeli, o perfino lo stesso Gesù (Gregorio Nazianzeno).
  • La croce m’ha seguita fin dalla culla, ma questa croce Gesù me l’ha fatta amare con passione. M’ha sempre fatto desiderare quanto voleva donarmi (S. Teresa di Gesù Bambino).

DOMENICA DELLE PALME

Dal Vangelo secondo Marco 11,1-10

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».  Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.

Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!

Osanna nel più alto dei cieli!».

rifletti - commento

La Settimana in cui stare vicino alle ferite di Gesù

L'entrata di Gesù a Gerusalemme non è solo un evento storico, ma una parabola in azione. Di più: una trappola d'amore perché la città lo accolga, perché io lo accolga. Dio corteggia la sua città (fede è la mia risposta al corteggiamento di Dio): viene come un Re mendicante (il maestro ne ha bisogno, ma lo rimanderà subito), così povero da non possedere neanche la più povera bestia da soma. Un Potente umile, che non si impone, si propone; come un disarmato amante.

Benedetto Colui che viene. È straordinario poter dire: Dio viene. In questo paese, per queste strade, nella mia casa che sa di pane e di abbracci, Dio viene ancora, viaggiatore dei millenni e dei cuori. Si avvicina, è alla porta.

La Settimana Santa dispiega, a uno a uno, i giorni del nostro destino; ci vengono incontro lentamente, ognuno generoso di segni, di simboli, di luce. In questa settimana, il ritmo dell'anno liturgico rallenta, possiamo seguire Gesù giorno per giorno, quasi ora per ora. La cosa più santa che possiamo fare è stare con lui: «uomini e donne vanno a Dio nella loro sofferenza, piangono per aiuto, chiedono pane e conforto. Così fan tutti, tutti. I cristiani invece stanno vicino a Dio nella sua sofferenza» (Bonhoffer). Stanno vicino a un Dio che sulla croce non è più "l'onnipotente" dei nostri desideri infantili, il salvagente nei nostri naufragi, ma è il Tutto-abbracciante, l'Onni-amante cha fa naufragio nella tempesta perfetta dell'amore per noi. Sono giorni per stare vicino a Dio nella sua sofferenza: la passione di Cristo si consuma ancora, in diretta, nelle infinite croci del mondo, dove noi possiamo stare accanto ai crocifissi della storia, lasciarci ferire dalle loro ferite, provare dolore per il dolore della terra, di Dio, dell'uomo, patire e portare conforto. La croce disorienta, ma se persisto a restarle accanto come le donne, a guardarla come il centurione, esperto di morte, di certo non capirò tutto, ma una cosa sì, che lì, in quella morte, è il primo vagito di un mondo nuovo. Cosa ha visto il centurione per pronunciare lui, pagano, il primo compiuto atto di fede cristiano: "era il Figlio di Dio"? Ha visto un Dio che ama da morire, da morirci. La fede cristiana poggia sulla cosa più bella del mondo: un atto d'amore perfetto. Ha visto il capovolgimento del mondo; Dio che dà la vita anche a chi gli dà la morte; il cui potere è servire anziché asservire; vincere la violenza non con un di più di violenza, ma prendendola su di sé. La croce è l'immagine più pura, più alta, più bella che Dio ha dato di se stesso. Sono i giorni che lo rivelano: "per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce"(K. Rahner).       

VIVERE

  • Nell'angolo della preghiera mettiamo l'ulivo benedetto.
  • Durante la settimana rileggiamo a brani il racconto della Passione di Gesù.
  • Prepariamo la casa per la Pasqua: nel fare le pulizie pasquali ricordiamoci anche della «pulizia spirituale».
  • Facciamo una revisione della nostra vita familiare per «risorgere» come «nuova» famiglia a Pasqua

Un segno: Piantiamo un seme in un vasetto di terra e ce ne prendiamo cura  per fare crescere la piantina.

Un gesto: Svolgiamo qualche piccolo servizio in casa 

CONCERTO PER IL MAESTRO UGO BAIRO - 24 FEBBRAIO 2024

PROPOSTE CANTI

               Donazioni

Parrocchia: IT27K0306909606100000060715

Caritas:      IT32O0306909606100000060719

Fondazione Villaggio della Carità ETS:

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C.F. dal Villaggio della Carità 92058650018

C.F. CASA NAZARETH; 07213260016;

C.F. ASD Oratorio San Filippo Neri: 92052810014

CF parrocchia Santi Giovanni Battista e Martino 83000350013

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